Sette baci davanti al Parlamento: « Gesti d’amore contro l’odio perché la politica si occupi dei nostri diritti »

di Luca Ianniello – 17 MAGGIO 2023

Sette baci davanti al Parlamento: "Gesti d'amore contro l'odio perché la politica si occupi dei nostri diritti"

Pietro Turano, vice presidente di Arcigay nella Capitale: « L’Italia è fra gli ultimi Paesi europei per la tutela delle persone Lgbtq+ »

Un bacio davanti al Parlamento. È l’azione che hanno organizzato ragazzi e ragazze oggi insieme ad Arcigay Roma, associazione per i diritti delle persone Lgbtq+.

Sette coppie si sono date appuntamento davanti a Montecitorio per un bacio durante la giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia.

« Questo non potete bocciarlo », è il senso del gesto, in esplicita polemica con l’affossamento del ddl Zan durante l’ottobre del 2021. Perché, per la Rete degli Studenti Medi del Lazio, l’importante di questa azione era ricordare chi durante quella votazione « applaudiva e ora è al governo ».

Per Pietro Turano, vice presidente di Arcigay nella Capitale, « l’Italia è ancora fra gli ultimi Paesi europei per la tutela delle persone Lgbtq+ ».

L’iniziativa vuole denunciare, quindi, quella che per gli organizzatori è « una situazione di discriminazione nelle scuole e sui luoghi di lavoro che anche a causa di assenza di leggi contro questi fenomeni si moltiplica ». Discriminazioni che possono diventare casi di violenza e di aggressione ai danni di persone « colpevoli » di essere parte della comunità Lgbt.

L’ultima a gennaio, in zona San Giovanni, quando un ragazzo di 27 anni è stato insultato per il suo orientamento sessuale.  « Continueremo finché la politica non si occuperà di legiferare sui nostri diritti », aggiunge Turano. Perché, conclude, « il nostro è un gesto d’amore contro l’odio ».

Roma – Palazzo Montecitorio, sede del Parlamento italiano

Repubblica : https://roma.repubblica.it/cronaca/2023/05/17/news/diritti_bacio_davanti_al_parlamento_roma_lgbtq-400570142/?ref=drla-f-2

Migranti, mai così tanti bimbi soli. L’ultimo dramma di Lampedusa

Tra i duemila stipati nell’hotspot (1) al collasso i minorenni arrivati senza genitori sono almeno 3-400. Separati dalle famiglie durante il viaggio, o partiti già a dieci anni dall’Africa in cerca di un futuro migliore

29 APRILE 2023 – dalla nostra inviata Alessia Candito

[…] Rami, che di anni ne ha 14 ma ha smesso da tempo di essere un bambino. Dalla Guinea, racconta, è partito che forse ne aveva 11. In mezzo, anni di passeur pronti a spogliarti anche della dignità, lavori da schiavo, solitudine. « La tua famiglia? ». Spalle che si alzano. « Sono loro ». E indica altri due ragazzini magri magri, seduti su un mozzicone di materasso. « Ci siamo conosciuti in Tunisia, ci guardiamo le spalle a vicenda ».

In gergo burocratico sono Msna: minori stranieri non accompagnati. Dietro la sigla, bambini che diventano adulti durante il cammino e il Mediterraneo lo affrontano da soli. « Negli ultimi anni, non ne abbiamo mai visti così tanti », dice Giovanna Di Benedetto di Save the children, che con i suoi a fatica riesce a star dietro ai numeri.

« Calcoliamo siano più di 300, forse anche 400, più diverse centinaia che viaggiano con almeno un adulto di riferimento ». E di questi molti sono neonati: la più piccola è arrivata che a stento aveva 15 giorni. Fatima, che la dottoressa Veronica Billeci ha fatto nascere su una motovedetta, è invece partita subito con la mamma verso un ospedale siciliano. Altri sono rimasti a gattonare fra i rifiuti in hotspot. « In questo momento è impossibile dare cifre esatte », dicono da Save the children, che da tempo tuona per un ritorno a un sistema coordinato di soccorsi in mare, unica soluzione per evitare il ciclico sovraffollamento di Lampedusa, e chiede per minori non accompagnati e madri con figli piccoli un centro dedicato, condizioni dignitose, tutele.

Tagliato in due da un nastro bianco e rosso, l’hotspot è un caos in cui a dispetto dei trasferimenti continuano a rimanere ammassate più di duemila persone. È vero, molti stanno andando via, ma gli arrivi non si fermano. Per tutta la giornata di ieri, motovedette e navi di Finanza e Guardia costiera hanno continuato a far la spola fra il mare aperto e il molo Favaloro, dove in tanti sono scesi con passo malfermo e la paura ancora stampata in volto. Anche il veliero ong Nadir ha salvato 47 persone. Di rado c’è un barchino su cui non ci siano minori.

Generalmente si tratta di adolescenti, ma da mesi ormai a Lampedusa arrivano anche bambini che viaggiano da soli. Alcuni vengono separati da uno o più familiari nei momenti concitati della partenza, come successo a Linda, la piccola tunisina che a soli 4 anni ha finito per attraversare il Mediterraneo senza nessuno perché i suoi, prima di essere arrestati dalla Guardia nazionale cui si erano rivolti per chiedere aiuto, sono rimasti bloccati sulla spiaggia. Altri, come un piccolino di 6 anni che solo qualche giorno fa ha lasciato l’hotspot, sono stati affidati dai genitori a un conoscente. Altri ancora sono stati obbligati a imparare a sopravvivere: al centro di contrada Imbriacola c’è un bimbo di 11 anni che da solo ha scommesso contro il Mediterraneo, cosciente che la posta sarebbe stata la sua vita.

« Noi non eravamo certi di arrivare. Ma in Tunisia ormai se hai la pelle nera, sei un bersaglio. Non è più sicuro per noi. E allora tanto vale ». Rami parla, ma gli amici non li perde di vista. Si spostano insieme, dormono insieme, fanno la coda insieme perché l’unica cosa che vogliono è non essere separati. Ma in hotspot anche l’età è ghigliottina. Sotto i 14 anni, la partenza dal centro è generalmente rapida, il circuito protetto, i centri specializzati. Sopra i 18, le cose vanno a rilento, ma in un paio di settimane si riesce ad andare via. In mezzo, c’è un limbo che a causa della mancanza di strutture rischia di dilatarsi per un mese o più.

« Non abbiamo fatto niente, perché ci tengono in prigione? », si disperano due ragazzini da settimane rimasti impigliati a Lampedusa. Gli operatori ci provano a spiegare che bisogna avere pazienza, perché le procedure sono lente certo, ma alla fine un posto in un centro si trova. Ma è complicato. E con l’hotspot che a ogni finestra di bel tempo si trasforma in una gabbia, in cui persino per un pasto tocca sgomitare, è ancora più difficile. Così come è difficile spiegare a chi lungo il cammino ha trovato forza e conforto in ragazzi già maggiorenni, che le loro strade si dovranno dividere. Burocraticamente non rileva e a Lampedusa non ci sono modi, tempi, mezzi, speranze per provare che quei legami esistano.

(1) hotspot : struttura appositamente allestita allo scopo di identificare, registrare e avviare verso le procedure successive i migranti arrivati irregolarmente nel paese.

Repubblica : https://palermo.repubblica.it/cronaca/2023/04/29/news/migranti_mai_cosi_tanti_bimbi_soli_lultimo_dramma_di_lampedusa-398024797/

Orsi in Trentino, arriva il boicottaggio dei turisti. E dai ranger americani i consigli in caso di incontro

a cura della redazione Cronaca – 07 MAGGIO 2023

Orsi in Trentino, arriva il boicottaggio dei turisti. E dai ranger americani i consigli in caso di incontro

Non bisogna scappare (corrono più veloci di noi), arrampicarsi sugli alberi (ci arrivano prima), guardarli negli occhi. Intanto ci sono prenotazioni cancellate. A preoccupare è soprattutto la mancanza di informazione. « Serve dire la verità ». E spiegare come comportarsi

La presenza degli orsi in Trentino e nelle vallate confinanti dell’Alto Adige dove c’è anche la problematica legata ai branchi di lupi, influirà sul turismo della prossima estate. Le segnalazioni di orsi nei boschi, anche vicino ai centri abitati, sono continue e generano preoccupazione tra la popolazione locale e potenziali turisti.

Nelle provincie di Trento e Bolzano il turismo soprattutto nelle località di montagna è sostentamento economico, è vita. Se a fine degli anni ’90 la ripopolazione dell’orso bruno alle pendici del massiccio del Brenta era diventata per alcuni aspetti un volano turistico (l’orso appariva su ogni volantino, brochure o manifesto prodotto da Provincia Autonoma o aziende di soggiorno interessate), ora con l’aggressione mortale ad Andrea Papi nel pomeriggio del 5 aprile da parte dell’orsa JJ4, c’è il forte rischio di ottenere l’effetto opposto.

La richiesta di informazioni

Nell’ultimo mese assieme alle richieste di informazione da parte di possibili vacanzieri sono arrivate anche molte disdette. Gli operatori turistici delle zone interessate non forniscono dettagliate informazioni limitandosi a dire « hanno chiamato o scritto e-mail chiedendo informazioni », mentre dall’Alto Adige l’allarme è chiaro. La Provincia Autonoma di Bolzano è intervenuta con una nota nella quale, oltre a rivelare che sul territorio sono presenti tre orsi maschi, spiega che « le misure adottate sono incentrate sulla prevenzione e la dissuasione » e che « la priorità assoluta rimane quella di garantire la sicurezza della popolazione e degli ospiti che soggiornano sul nostro territorio ».

Una chiarificazione dopo la preoccupazione ed incertezza espressa da decine di cittadini tedeschi che hanno contattato sia al Consolato generale di Germania a Milano che a quello onorario a Bolzano. In Alto Adige i contadini sono preoccupati da diverso tempo sia per la presenza dell’orso ma soprattutto dei lupi che sbranano le pecore e incutono paura.

« Boicottare non per gli orsi ma per la politica »

Ora, però, iniziano ad allarmarsi anche gli albergatori che segnalano diverse disdette. Lo stesso presidente degli albergatori altoatesini dell’Hgv, Manfred Pinzger dice, « serve dire la verità, non è vero che l’orso non esiste » e non nasconde che dalla Val d’Ultimo e Val Martello, le due vallate più vicine a Val di Non e Sole in Trentino dove vivono gli orsi, arrivano più disdette. La Provincia Autonoma di Trento e Trentino Marketing hanno preparato un vademecum sul comportamento da tenere in caso di incontro con un orso. Molto forti sono i commenti da parte delle associazioni animaliste che indicano di « boicottare » il turismo non per la presenza degli orsi, bensì per la politica adottata dalla Provincia Autonoma presieduta da Maurizio Fugatti che è quella dell’uccisione dei plantigradi.

25 maggio: la decisione del Tar

Il prossimo 25 maggio il Tar di Trento entrerà nel merito se procedere all’abbattimento dell’orsa JJ4, e quindi sbloccare l’ordinanza di Fugatti, oppure optare – ipotesi che sta prendendo sempre più piede – per un trasferimento dell’orsa e di altri esemplari considerati problematici in santuari-rifugi all’estero: due strutture tedesche si sono offerte ad ospitare JJ4. Infine, in bassa Val di Non, sempre sulle pendici del monte Peller, la ‘montagna degli orsi’, l’orso è stato avvistato pochi giorni fa lungo il Sentiero Margherita nei pressi del centro abitato di Cunevo dove ci sono parchi giochi e campi sportivi.

Il sindaco di Contà, Fulvio Zanon ha scritto una lettera al presidente Fugatti, all’assessora all’agricoltura e alle foreste Giulia Zanotelli e al commissario del governo Filippo Santarelli avvertendoli di « segnalazioni costanti circa la presenza dell’orso sul territorio comunale che stanno generando paura e preoccupazione nelle famiglie e in tutta la comunità ». Il primo cittadino ha sottolineato il fatto che « l’orso è stato avvistato anche sul Sentiero Margherita, in questo periodo particolarmente frequentato da famiglie e bambini, trattandosi di un percorso di facile accessibilità anche con i passeggini ».

I consigli dei ranger americani

Nei boschi dove ci sono gli orsi, bisogna camminare in gruppo e non da soli e fare molto rumore, parlando, cantando e battendo le mani. I plantigradi sentono la presenza umana e si allontanano. Non bisogna lasciare cibo in giro (li attira) ed è meglio evitare di portare cani (li irritano).

Sono i primi consigli che danno i ranger americani sul sito del National Park Service statunitense, l’ufficio federale che si occupa del coordinamento dei 424 parchi nazionali.

Se si incontra un orso, non bisogna scappare (è più veloce di noi), arrampicarsi sugli alberi (lo fa meglio di noi) né guardarlo negli occhi (lo vede come una sfida). Bisogna invece parlargli con calma, agitare le braccia sopra la testa ed allontanarsi senza correre e senza perderlo di vista.

È possibile che l’orso faccia un falso attacco per allontanare l’intruso: viene addosso a salti e si ferma poco prima. Non bisogna cambiare atteggiamento: si deve continuare ad allontanarsi con calma e non mettersi a correre (lo fa innervosire). Nel caso (raro) di un attacco, bisogna reagire con tutto quello che si ha: bastoni, pietre, pugni. Gli esperti Usa raccomandano lo spray per orsi, che però da noi è vietato.

I ranger americani consigliano di informarsi con i gestori dei parchi sulla presenza di plantigradi e sul comportamento da tenere, ma non invitano le persone a evitare le zone dove vivono. « Non lasciare che la tua paura ti trattenga », scrivono: « essere prudenti e prendere la giuste precauzioni può aiutarti a stare sicuro mentre ti diverti intorno agli orsi ».

Repubblica : https://www.repubblica.it/cronaca/2023/05/07/news/orsi_in_trentino_arriva_il_boicottaggio_dei_turisti-399104043/?ref=RHLF-BG-I399113333-P5-S1-T1

L’Italia si è accorciata di un metro

di Francesco Oliva – 06 MAGGIO 2023

L'Italia si è accorciata di un metro, il maltempo frantuma il costone roccioso del Capo di Leuca: "Il Tacco dello Stivale si è rotto"

Le violente mareggiate degli ultimi giorni hanno intaccato gli scogli del lembo di terra più a sud della penisola a Punta Ristola. Ma potrebbe essere anche colpa di un veliero


L’Italia, un metro più corta. Il motivo? Si è rotto il Tacco. E non è una battuta ma la realtà dei fatti. A causa delle violente mareggiate degli ultimi giorni, infatti, nella zona di Santa Maria di Leuca, si è staccato un pezzo di costone roccioso dal lembo di terra più a sud della penisola che, a differenza di quanto si possa credere, è collocato a Punta Ristola e non a Punta Meliso, punto in cui sorge il faro e la Basilicata De Finibus Terrae.

Il giallo del veliero

E l’Italia ha ridotto di un metro la sua lunghezza. Le cause del distacco potrebbero essere legate all’impatto di un veliero fantasma che, a causa della forza del mare sul litorale, si è poi infranto lungo la costa. Ma al riguardo non ci sono certezze. Purtroppo, e questo è certo, l’intera zona è stata flagellata dalla violenza del maestrale: danni seri si sono registrati nei pressi del Lido Giulia, lo stabilimento balneare che sorge sul Lungomare Cristoforo Colombo.

I danni del maltempo

La struttura ha subito notevoli conseguenze. Sono state divelte le pedane in legno installate in vista della prossima stagione estiva. Molte sono finite in mare, mentre altre sono state scaraventate sulla scogliera sottostante. E poi c’è il problema dell’erosione che rende fragile la costa salentina.

Il mare in tempesta aveva inoltre affondato una barca a vela di 10 metri di lunghezza ormeggiata in località Punta Ristola. La buona sorte ha voluto che a bordo non ci fosse nessuno. Nel frattempo, però, l’Italia si è accorciata di un metro.

Repubblica : https://bari.repubblica.it/cronaca/2023/05/06/news/litalia_si_e_accorciata_di_un_metro_si_e_rotto_il_costone_roccioso_di_leuca_-399026378/?ref=RHLF-BG-P10-S1-T1

25 aprile 2023, Festa della Liberazione: l’Italia è libera da 78 anni

Che cosa si festeggia il 25 aprile ?

Il 25 aprile si celebra la Liberazione dell’Italia dal nazifascismo nel 1945 e la rinascita di un’Italia democratica dopo il ventennio del regime fascista.

Nonostante non coincida esattamente con la fine della seconda guerra mondiale su tutto il territorio nazionale, il 25 aprile si commemora la liberazione dell’Italia dal nazifascismo, con la fine dell’occupazione nazista dell’Italia. Con questa festa nazionale, dunque, si celebra anche la lotta dei partigiani, che dall’8 settembre del 1943 all’aprile del 1945 si organizzarono per combattere l’invasore tedesco e i suoi fiancheggiatori fascisti.

COSA È SUCCESSO IL 25 APRILE

Il 25 aprile 1945 è una data simbolica, perché in questa data i soldati tedeschi e quelli della Repubblica di Salò iniziarono a ritirarsi da Milano e Torino, in seguito allo sfondamento della Linea Gotica da parte degli alleati e all’azione della Resistenza.
Fu proprio il 25 aprile 1945 che il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI), che coordinava le brigate partigiane e il cui comando aveva sede a Milano, proclamò l’insurrezione generale in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti, chiedendo a tutte le forze partigiane attive nel Nord Italia, di attaccare i presìdi fascisti e tedeschi, imponendo la resa, prima dell’arrivo delle truppe alleate. In quei giorni, i decreti emanati dallo CLNAI stabilivano che lo stesso comitato era delegato come unico rappresentante “del Governo Italiano in tutti i territori occupati” e che era prevista la condanna a morte dei gerarchi fascisti.
In quei giorni alcune grandi città del nord Italia erano già state liberate: Bologna il 21 aprile), Genova il 23 aprile.  Venezia fu liberata il 28 aprile.

L’ISTITUZIONE DELLA FESTA NAZIONALE

Su proposta del presidente del Consiglio Alcide De Gasperi, il 22 aprile 1946, il Re Umberto II emanò un decreto: “A celebrazione della totale liberazione del territorio italiano, il 25 aprile 1946 è dichiarato festa nazionale”. La ricorrenza venne celebrata anche negli anni successivi, sempre per decreto, mentre nel 1949 fu istituzionalizzata come festa nazionale, insieme al 2 giugno, festa della Repubblica.

LA GUERRA PARTIGIANA

La festa del 25 aprile è la data in cui si commemorano i morti della guerra partigiana. Se la resistenza al nazifascismo è un fenomeno europeo, con connotazioni diverse in ogni paese, in Italia ebbe caratteristiche particolari, perché dopo l’8 settembre 1943 l’Italia si trovò ad essere occupata dall’esercito di un paese, la Germania, che fino a quel momento era stato il suo principale alleato. In Italia le formazioni partigiane si costituirono proprio dopo l’armistizio dell’8 settembre. Vi confluirono antifascisti di varia militanza politica e militari del dissolto regio esercito. I combattenti erano affiancati e sostenuti, nelle campagne e nelle città, da una vasta rete di civili che svolgeva compiti di rifornimento, informazione e approvvigionamento. Nella resistenza confluirono operai, contadini i giovani renitenti alla leva della Repubblica di Salò che erano riusciti a sfuggire alla deportazione in Germania, prevista per i militari di leva che avevano rifiutato l’inquadramento nelle milizie repubblichine. Così le formazioni partigiane arrivano a contare circa 300.000 persone, la cui resistenza armata consisteva in azioni di guerriglia contro l’occupante tedesco e contro i collaborazionisti fascisti.
La loro azione era coordinata dai Comitati di Liberazione Nazionali. Nei CLN erano rappresentati i partiti ricostituitisi durante il 1943; le brigate partigiane avevano diversi orientamenti politici. Nel giugno 1944 si costituì anche il CLN Alta Italia (Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia). L’attività partigiana permise di liberare molte località prima dell’arrivo delle truppe alleate.


I MORTI DELLA RESISTENZA
Secondo l’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani Italiani)  che i Caduti nella Resistenza italiana (in combattimento o eliminati dopo essere finiti nelle mani dei nazifascisti), sono stati complessivamente circa 44700; altri 21200 rimasero mutilati o invalidi. Tra partigiani e soldati italiani caddero in combattimento almeno 40 mila uomini (10260 furono i militari della sola Divisione Acqui, caduti a Cefalonia e Corfù). Altri 40 mila IMI (Internati Militari Italiani), morirono nei Lager nazisti.
Le donne partigiane combattenti furono 35 mila: 4653 furono arrestate e torturate, oltre 2750 vennero deportate in Germania, 2812 fucilate o impiccate. 1070 caddero in combattimento. Diciannove di loro hanno ricevuto la Medaglia d’oro al valor militare.

Fonte : https://www.repubblica.it/cultura/2023/04/25/news/festa_della_liberazione_significato_25_aprile-397487674/

Per saperne di più su questo giorno, puoi leggere anchel’articolo di Focus Junior : https://www.focusjunior.it/scuola/storia/25-aprile-la-festa-della-liberazione-la-storia-le-testimonianze-i-motivi-per-festeggiarla-insieme/

« Fischia il vento » è un famoso canto partigiano . Puoi ascoltare la versione dei Modena City Ramblers (dall’album « Tracce clandestine », 2015) qui : https://www.youtube.com/watch?v=rx5u1FSrNSQ

Cinéma italien au MUCEM

Deux films italiens à voir en mars au Mucem :

Dimanche 5 mars à 15h : L’avventura de Michelangelo Antonioni (Italie, 1960, 2h20)
Anna, la fille d’un homme riche et influent, doute de ses sentiments pour son compagnon Sandro, un architecte aisé. Au cours d’une promenade en yacht avec des amis dont la fidèle Claudia, Anna disparaît de façon mystérieuse. Sandro et Claudia partent à sa recherche, découvrant dans leur étrange quête la naissance d’une attirance réciproque.

Le chef-d’œuvre d’Antonioni, en hommage à la comédienne Monica Vitti, monstre sacré du cinéma italien disparue l’année dernière.

Dimanche 12 mars à 15h : La Viaccia de  Mauro Bolognini (Italie, 1961, 1h52)

Le jeune Amerigo quitte sa campagne natale pour rejoindre Florence, où il travaille chez son oncle. Il tombe follement amoureux de la prostituée Bianca et n’hésite pas, pour financer le temps qu’il passe avec elle, à voler son bienfaiteur…

Un magnifique portrait de femme incarné par une jeune actrice alors prometteuse, Claudia Cardinale. Avec Jean-Paul Belmondo.

Tarif plein : 6 €

Tarif réduit : 4 €

Lieu : Mucem, J4 – Auditorium

Ogni richiedente asilo ha diritto all’accoglienza in Italia

di Luigi Manconi – 24 Gennaio 2023

Una sentenza del Tribunale di Bologna potrebbe seganre la svolta nella difesa dei diritti primari delle persone straniere nel nostro Paese

  • Tutti i richiedenti asilo hanno diritto a formalizzare la domanda di protezione internazionale e ad accedere alle forme di accoglienza previste in Italia. Non è un principio astratto, né un auspicio o un orizzonte al quale, a determinate condizioni, si possa aspirare: è la sentenza, una delle prime in Italia, emessa dal Tribunale di Bologna il 18 gennaio scorso, che ha dichiarato illegittimo il comportamento della Questura e della Prefettura di Parma.

Il ricorso al Tribunale è stato presentato dal CIAC (Centro immigrazione asilo e cooperazione internazionale) di Parma che, la scorsa estate, ha seguito la vicenda di un gruppo di richiedenti asilo costretti a “vivere in alloggi di fortuna e in spazi pubblici, senza avere la possibilità di accedere al servizio sanitario nazionale e di reperire un lavoro che gli assicuri i mezzi di sussistenza”. Nonostante gli innumerevoli tentativi da parte di questi ultimi di presentarsi agli uffici preposti per formalizzare la protezione e, quindi, accedere ai servizi di accoglienza, nessuno ufficio ha dato seguito alla loro domanda. Il Ciac di Parma ha parlato di un vero e proprio “muro di gomma” eretto dalla pubblica amministrazione, che ha costretto queste persone a vagare vanamente, senza alcuna forma di tutela, tra un ufficio pubblico e un altro.

Per il Tribunale di Bologna è “illegittimo ogni comportamento tenuto dalla pubblica amministrazione diretto a ritardare/impedire la formalizzazione dell’istanza di protezione” e nell’obbligare l’ente pubblico “alla formalizzazione della domanda di rilascio del permesso di soggiorno per richiesta asilo, con conseguente rilascio di un permesso provvisorio entro il termine di 20 giorni” e a garantire il diritto “ad accedere all’accoglienza per richiedenti asilo, entro il termine di 20 giorni”.

Vedremo, nei prossimi tempi, se questa sentenza risulterà una felice eccezione in una giurisprudenza ancora, nella maggior parte dei casi, arretrata e conservatrice o se ne deriverà una svolta importante per l’affermazione dei diritti primari delle persone straniere nel nostro Paese.

https://www.repubblica.it/rubriche/liberta-illiberta/2023/01/24/news/ogni_richiedente_asilo_ha_diritto_allaccoglienza_in_italia-384920170/

Arresto boss mafioso

Matteo Messina Denaro, l’ultimo padrino della cupola di Cosa Nostra, è stato arrestato il 16 gennaio 2023 dai carabinieri del Ros dopo trent’anni di latitanza.

ROS : raggruppamento operativo speciale, brigata dell’Arma dei Carabinieri con competenze investigative sulla criminalità organizzata e sul terrorismo.

Incontro con due scrittori (IIC Marcsiglia)

Incontro con Valerio VARESI

Moderatore: Claudio Milanesi Docente universitario – Direttore CAER Aix Marseille Université.

Valerio Varesi è nato a Torino l’8 agosto 1959 da genitori parmigiani. Laureato in filosofia all’Università di Bologna dopo una tesi su Kierkegaard, è diventato giornalista nel 1985. È autore di undici romanzi con un eroe ricorrente, tra cui “Il fiume delle nebbie” nominato per il prestigioso premio letterario italiano Strega e il Gold Dagger Award in Gran Bretagna. Le indagini del Commissario Soneri, amante del buon cibo e dei buoni vini parmigiani, sono tradotte in otto lingue.

Tutti i libri di Valerio Varesi sono pubblicati in Francia da Agullo Editions www.agullo-editions.com.  La vendita dei suoi libri è prevista la sera della presentazione.

Informazioni

Data: Mar 11 Ott 2022

Orario: Dalle 18:00 alle 19:00

Organizzato da : IIC Marsiglia

Ingresso : Libero

Luogo: Istituto italiano di cultura Marsiglia


Incontro con Giulio CAVALLI autore di « Carnaio »

Dialogo tra l’autore, Giulio Cavalli e il traduttore del romanzo, Lise Caillat, moderatrice Annalisa Romani » Evento proposto dall’Associazione AMICI – in collaborazione con IIC di Marsiglia INGRESSO LIBERO
Carnaio (Fandango editore, 2018) di Giulio Cavalli ci pone nella condizione di mettere in discussione il presente e lo spazio che la letteratura trova in esso. Un dialogo con la traduttrice Lise Caillat (À l’autre bout de la mer, Éditions de l’Observatoire, 2022) ci permetterà di comprendere la specificità di questo romanzo e le strategie messe in atto per permettere ai lettori/lettrici di coglierne l’importanza.

Data: Sab 15 Ott 2022

Orario: Dalle 18:00 alle 19:00

Organizzato da : Association AMICI

In collaborazione con : IICMARSIGLIA

Ingresso : Libero

Luogo: Cité des Associations – 93 La Canébière – 13001 Marseille


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